Artrite da deposito di cristalli di calcio


Deposito di cristalli di pirofosfato di calcio diidrato
Il deposito di cristalli di pirofosfato di calcio diidrato (CPPD) nelle strutture articolari è un processo molto frequente, specialmente in soggetti di età avanzata, raggiungendo il 30-60% nelle persone con più di 80 anni. Solitamente i pazienti che presentano depositi di pirofosfato non presentano nessuna patologia sottostante, mentre in una minoranza di casi esiste una malattia metabolica o ereditaria alla base, soprattutto se i depositi si verificano in età giovanile. Tra i processi metabolici che stimolano il deposito di CPPD sono da annoverare l’iperparatiroidismo primario, l’emocromatosi, l’ipofosfatasia e l’ipomagnesemia; altre meno frequenti sono l’ipotiroidismo, la malattia di Wilson e la gotta tofacea.
I pazienti con malattia da CPPD possono essere asintomatici oppure presentare uno spettro di manifestazioni muscolo scheletriche tra le quali:
·         Artrite acuta (pseudogotta, simile all’artrite gottosa acuta)
o   Si manifesta con episodi di monoartrite acuta recidivanti (che possono essere accompagnati da febbricola o febbre) come l’artrite gottosa acuta, tuttavia, a differenza di questa, colpisce più frequentemente le donne in età avanzata. L’articolazione più frequentemente colpita è il ginocchio, seguita da polso, spalla, caviglia, gomito e piccole articolazioni di mani e piedi. La diagnosi si effettua mediante l’analisi del liquido sinoviale. I fattori scatenanti sono gli stessi descritti nella gotta (interventi chirurgici, ricoveri ospedalieri ecc) ed il trattamento è identico a quello che si esegue in caso di artrite gottosa acuta (anche se, essendo l’articolazione del ginocchio quella maggiormente colpita, la somministrazione intra-articolare di glucocorticoidi è più frequente). Il trattamento cronico con colchicina riduce il numero di attacchi acuti, tuttavia non esistono attualmente farmaci in grado di ridurre o eliminare il deposito di cristalli.
·         Artropatia cronica (artropatia da pirofosfato, simile all’artrosi)
o   Come l’artrosi si tratta di un processo scarsamente infiammatorio, lentamente progressivo e a carattere degenerativo. Anche radiograficamente esistono molte caratteristiche in comune tra le due condizioni come la riduzione dello spazio articolare, la sclerosi subcondrale e la formazione di osteofiti. A differenza dell’artrosi, tuttavia, l’artropatia cronica da pirofosfato presenta una distribuzione articolare differente, colpendo più frequentemente (ad eccezione del ginocchio, colpito sia in caso di artrosi che di artropatia da pirofosfato) le articolazioni MCF, polsi, gomiti, spalle e caviglie. La differenza dal punto di vista radiologico consiste invece nella presenza di depositi puntiformi e/o lineari a cui viene dato il nome di condrocalcinosi che è possibile notare nelle ginocchia, nei menischi, nella cartilagine articolare, nel legamento triangolare del carpo o nella sinfisi pubica. Il trattamento in questi casi è simile all’artrosi, vengono somministrati analgesici e misure fisiche.
·         Deposito poliarticolare (simile alla AR)
o   Si tratta di una manifestazione frequente nell’artropatia associata all’emocromatosi. I depositi si accumulano, in questo caso, nelle articolazioni MCF dando luogo ad un quadro di poliartrite simmetrica delle piccole articolazioni.
·         Deposito intervertebrale (simile alla spondilite anchilosante)
o   Condizione rara i cui sintomi ricordano quelli della spondilite anchilosante.
·         Artropatia distruttiva (simile all’artropatia neuropatica)
o   Condizione molto rara nella quale i depositi provocano un’intensa distruzione articolare.

Deposito di idrossiapatite (cristalli di fosfato basico di calcio)
L’idrossiapatite è il minerale principale presente in osso e denti. Nella maggior parte dei casi, il deposito di questi cristalli è idiopatico, anche se esistono patologie associate in cui la deposizione viene facilitata. Tra queste si annoverano alcune connettivopatie (LES, sclerodermia), alcune malattie metaboliche (iperparatiroidismo, iperfosfatemia, insufficienza renale cronica, emodialisi, diabete mellito) ed alcune alterazioni neurologiche (eventi cerebrovascolari e traumi midollari).
I depositi articolari e periarticolari sono solitamente asintomatici e possono rappresentare un reperto radiologico casuale, oppure possono estrinsecarsi clinicamente in forma di:
·         Artrite acuta: simile al quadro di pseudogotta. La localizzazione più frequente è la spalla.
·         Artropatia cronica: presente nel 50% dei pazienti con artrosi (condizione che sembra facilitare il deposito di questi cristalli), patologia con la quale condivide le caratteristiche cliniche e radiologiche (con l’aggiunta della deposizione dei cristalli di idrossiapatite)
·         Artropatia distruttiva: interessa in maniera quasi esclusiva la spalla (“spalla di Milwaukee”) ma può colpire anche il ginocchio. Si presenta con maggior frequenza nelle donne >60 anni e si caratterizza per la marcata distruzione articolare con instabilità (dovuta alla distruzione della cuffia dei rotatori nel caso della spalla) accompagnata a versamento.
·         Periartrite calcificante: la spalla è la localizzazione più frequente. Può essere asintomatica o associarsi a dolore alla mobilizzazione del tendine calcificato.
All’Rx possono essere presenti calcificazioni intrarticolari o periarticolari con segni di alterazioni dell’osso adiacente (erosioni, distruzione o ipertrofia). La diagnosi definitiva è basata però sull’identificazione dei cristalli nel liquido sinoviale (si possono osservare solo mediante microscopia elettronica) mediante artrocentesi (liquido con poche cellule, <1000/mm3).
Per quanto riguarda il trattamento, in corso di infiammazione acuta si possono somministrare FANS, colchicina o steroidi per via infiltrativa. Nei casi di alterazioni ossee sarà necessario l’utilizzo di chirurgia ortopedica protesica.

Deposito di cristalli di ossalato di calcio
L’ossalato è un prodotto finale del metabolismo dell’acido ascorbico (vitamina C) e di alcuni amminoacidi. In corso di ridotta escrezione renale (la maggior parte dei casi di ossalosi si associa ad insufficienza renale terminale) e di altri fattori come l’ingestione elevata di vitamina C si possono raggiungere concentrazioni sieriche di saturazione di ossalato.
Gli aggregati di ossalato calcico (OXCA) si possono localizzare nella cartilagine, sinovia e nei tessuti periarticolari, potendo dar luogo a fenomeni artritici più o meno aggressivi e a periartriti. Sono colpite prevalentemente le articolazioni del ginocchio e della mano.
All’Rx si può osservare condrocalcinosi, caratteristica comune al deposito di CPPD e OXCA. I versamenti sinoviali generalmente non sono infiammatori (<2000 cellule/mL) e presentano cristalli.
L’artropatia da cristalli di OXCA prevede il trattamento con FANS, colchicina e glucocorticoidi intrarticolari.

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