Il
feocromocitoma è un tumore producente catecolamine che colpisce la midollare
del surrene. Fa parte della categoria
dei paragangliomi, neoplasie che originano dalle cellule cromaffini del sistema
nervoso simpatico e parasimpatico (presenti oltre che nella midollare del
surrene anche nei gangli simpatici paravertebrali, nei gangli simpatici
mediastinici e nell’organo dello Zuckerkandl situato a livello della
biforcazione aortica). L’incidenza è stimata in 2-8 casi per milione di persone
per anno ed in 1 caso su mille tra gli
ipertesi. Il termine feocromocitoma si riferisce al colore scuro causato, in
immunofissazione in cromaffina, dall’ossidazione delle catecolamine.
Per
comodità mnemonica, può essere utile ricordare che, in linea di massima, il
feocromocitoma segue la cosiddetta regola del 10: il 10% dei feocromocitomi è
bilaterale, Il 10% è extrasurrenalico, il 10% si presenta in forma familiare ed
il 10% è maligno.
Il
termine feocromocitoma maligno in genere è riservato a tumori con metastasi a
distanza, che si riscontrano soprattutto a livello di polmoni, ossa o fegato,
suggerendo una via di diffusione vascolare.
Circa
il 30% dei pazienti con feocromocitoma o paraganglioma ha una sindrome
ereditaria (in questo caso la diagnosi viene effettuata circa 15 anni prima
rispetto alle forme sporadiche). Le principali sindrome associate comprendono:
·
Neurofibromatosi di
tipo 1 (NF1) à quadro clinico
caratterizzato da neuro fibromi multipli, macchie caffèlatte, lentigginosi
ascellare e noduli di Lish a livello dell’iride. Il feocromocitoma è presente
solo nell’1% dei pazienti con NF1
·
MEN 2A à neoplasia endocrina multipla caratterizzata dalla
presenza di carcinoma midollare della tiroide, feocromocitoma ed
iperparatiroidismo
·
MEN 2B à neolasia endocrina multipla caratterizzata dalla
presenza di carcinoma midollare della tiroide e feocromocitoma, così come
neuromi mucosi multipli, habitus marfanoide ed altri disordini dello sviluppo.
Tipicamente non è presente iperparatiroidismo
·
Sindrome di von
Hippel-Lindau (VHL) à malattia autosomica
dominante che predispone allo sviluppo di emangioblastomi retinici e
cerebellari, lesioni che possono formarsi anche a livello del tronco encefalico
e del midollo spinale. Circa il 30% dei pazienti con sindrome di VHL manifesta
un feocromocitoma, ma in alcune famiglie l’incidenza raggiunge addirittura il
90%
Quadro
clinico: la sintomatologia può rivelarsi in modo tipico e completo oppure
essere assai modesta ed il riscontro del tumore essere occasionale
(incidentaloma); è quindi talmente variabile che il feocromocitoma viene spesso
soprannominato “il grande mascheratore”. Tra i sintomi di presentazione,
palpitazioni, cefalea e sudorazione profusa sono i più tipici, e costituiscono
infatti una triade classica. La presenza di tutti e tre i sintomi in
associazione cn ipertensione arteriosa rende probabile la diagnosi di
feocromocitoma. Il segno clinico dominante è sicuramente l’ipertensione,
episodica o stabile. Crisi di ipersecrezione di catecolamine possono essere
precipitate da stimoli emotivi o ansiosi, interventi chirurgici, cambiamenti di
posizione, palpazione, esercizio fisico, minzione e da diversi farmaci e
possono portare a scompenso cardiaco, edema polmonare, aritmie ed emorragia
intracranica. I principali segni e sintomi comprendono:
·
Cefalea
·
Sudorazione (per
stimolo degli α-recettori)
·
Pallore (per
stimolo degli α-recettori)
·
Ipertensione arteriosa
(per aumento della gittata cardiaca e vasocostrizione periferica) e crisi
ipertensive (talvolta la pressione basale può essere normale e addirittura si
può presentare ipotensione ortostatica)
·
Cardiopalmo (per
stimolo dei β1-recettori)
·
Tachicardia
·
Flushing
·
Ansietà
·
Senso di morte
·
Tremori
·
Dolore toracico
e/o addominale
·
Astenia
·
Nausea
·
Vomito
·
Perdita di peso
·
Dispnea
·
Intolleranza al
caldo
·
Disturbi visivi
·
Vertigini
Diagnosi:
la diagnosi si basa sull’evidenza di un eccesso di catecolamine tramite test
biochimici e sulla localizzazione tumorale mediante tecniche di imaging
·
Test di
laboratorio
o
Catecolamine e
metanefrine
§ Catecolamine e metanefrine (loro residui metilati) risultano
aumentate e sono fondamentali per la diagnosi (vanno dosate a livello urinario
e plasmatico possibilmente in prossimità delle crisi). Un prevalente aumento
dell’adrenalina suggerisce l’origine surrenalica, l’origine extrasurrenalica è
invece suggerita da una produzione esclusiva di noradrenalina. Le forme maligne
producono grandi quantità di dopamina, rendendo possibile il dosaggio del suo
metabolita urinario l’acido omovanillico
o
Cromogranina A
§ Può essere utile per evidenziare la presenza di un
tumore neuroendocrino e quindi confermare la diagnosi
·
Tecniche di
imaging
o
TC e RM
§ Alcuni mdc utilizzati in TC possono provocare crisi
ipertensive, pertanto è preferibile ricorrere alla RM (T2 pesata con gadolinio)
o
Scintigrafia con
131I-metaiodobenzilguanidina (MIBG)
§ Ad oggi è consigliata solo se c’è il sospetto di
malignità per evidenziare eventuali metastasi
o
Scintigrafia con
octreotide (octreoscan)
§ Ad oggi è consigliata solo se c’è il sospetto di
malignità per evidenziare eventuali metastasi
Terapia:
il trattamento è chirurgico. Di fondamentale importanza risulta tuttavia la
terapia medica in preparazione all’intervento; essa prevede l’impiego di α-bloccanti
ed eventualmente β-bloccanti, calcio antagonisti o ACE inibitori. Sebbene l’approccio
chirurgico tradizionale consista nella laparotomia, la chirurgia endoscopica atraumatica
è diventata la metodica di scelta.