Le
valvulopatie sono anomalie della funzione delle valvole cardiache conseguenti
ad alterazioni anatomiche dei lembi e/o dell’apparato valvolare nel suo
complesso. Nel 90% dei casi riguardano la valvola aortica, quella maggiormente
sotto pressione, mentre le patologie valvolari del cuore destro sono rinvenute
soprattutto in soggetti tossicodipendenti. La stenosi mitralica è peggio
tollerata dell’insufficienza mitralica: nel primo caso aumenta la pressione
atriale sx e di conseguenza quella polmonare (fino all’edema), nel secondo caso
aumenta il volume ventricolare sx e di conseguenza il lavoro del cuore di sx.
La pressione diastolica è mantenuta ad un certo livello dal ritorno elastico
aortico: nell’insufficienza aortica (associata spesso a sindrome di Marfan), a
causa del reflusso di sangue nel ventricolo sx, la pressione diastolica sarà
minore (tanto minore quanto più è insufficiente la valvola aortica). Nella
stenosi aortica aumenta il lavoro del ventricolo sx.
Stenosi
aortica à rappresenta il 25% di tutte le cardiopatie (più
colpito il sesso maschile) ed è la più comune valvulopatia dopo la 6a decade
(in quanto tende a calcificare ed i suoi lembi a saldarsi tra loro). Tra le
forme più comuni c’è la bicuspide e la degenerativa-calcifica (prima dei 30
anni è sicuramente congenita, dopo i 70 è sicuramente degenerativa-calcifica,
tra i 30 e i 70 calcificazione di bicuspide-reumatica).
·
Forme acquisite
o
Fibrosi
§ Nelle forme post-reumatiche (quadro pressoché risolto
dall’avvento delle penicilline) capitava che un’infezione (es tonsillite acuta)
si risolvesse con una fibrosi-fusione (il tessuto di granulazione ricco di
capillari si sostituisce all’intima della faccia ventricolare dei lembi e,
l’evoluzione cicatriziale, porta a fibrosi-fusione) tale per cui due lembi si
fondevano tra loro (bicuspide da tricuspide)
o
Degenerative-calcificazione
§ Verosimilmente lo stress meccanico provoca deposizione
di lipidi nell’interstizio e precipitazione di sali di calcio. Il processo di
calcificazione condivide numerose caratteristiche con l’aterosclerosi, come
disfunzione endoteliale, accumulo lipidico, attivazione delle cellule
infiammatorie, produzione di citochine, switch fenotipico delle SMC in
osteoblasti ecc
§ Altre forme di stenosi aortiche calcifiche si possono
avere secondariamente a malattia di Paget (immunodeficit e infezione da
Paramyxovirus si combinano causando un accelerato turnover di tessuto osseo),
artrite reumatoide (poliartrite infiammatoria su base autoimmune ad eziologia
sconosciuta) ed ocronosi (l’acido omogentisico, coinvolto nel metabolismo della
tirosina e della fenilalanina, non può essere catabolizzato e si deposita nei
connettivi)
·
Forme congenite
o
Monocuspide
§ Spesso così serrata da portare a morte durante il
primo anno di vita
o
Bicuspide
§ È la più frequente anomalia cardiaca congenita con una
frequenza dello 0,5-1,4% e rapporto M/F di 4/1
§ La tipologia bicuspide congenita ha un rapporto 4/1
con la bicuspide acquisita ed una delle complicanze a cui può andare incontro è
l’endocardite (che può portare anche ad insufficienza)
§ Solitamente il lembo anteriore ha dimensioni maggiori
e l’orifizio è ovalare ed eccentrico; questo provoca un accelerato
invecchiamento ed ulcerazioni, deposizione di piastrine e calcificazioni.
Entrambe queste condizioni portano ad un’evoluzione simile a quella che si
verifica nella forma senile, ma molto più precocemente (30-40 anni)
o
Tricuspide
§ I tre lembi hanno ampiezza
diversa, quindi disomogenea distribuzione del carico pressorio, traumatismi ecc
(come nella bicuspide)
Fisiopatologia:
la stenosi aortica provoca un ostacolo alla eiezione (la pressione dopo la
stenosi cade) che provoca un gradiente pressorio tra ventricolo sinistro ed
aorta. In condizioni sperimentali, una brusca ostruzione all’efflusso
ventricolare sx provoca una dilatazione del ventricolo stesso ed una riduzione
della portata cardiaca. Tuttavia, la stenosi aortica in vivo è di solito già
presente alla nascita e/o aumenta gradualmente nel corso del tempo, e la
funzione contrattile del ventricolo sinistro è mantenuta tramite lo sviluppo di
un’ipertrofia concentrica (quando il gradiente pressorio supera i 50 mmHg o
l’area valvolare si riduce del 75% o più, le cellule divengono più grosse in
quanto si verifica una disinibizione del DNA che porta ad un aumento delle
miofibrille). Stress parietale =
(pressione ventricolare x raggio)/spessore parietale. Il cuore in
ipertrofia (concentrica, data dal sovraccarico di pressione) quindi tenta di
ridurre lo stress parietale (aumenta lo spessore di parete che sta al
denominatore nella legge di Laplace), tuttavia aumenta il consumo di ossigeno
del cuore in toto, aumenta la sua difficoltà di rilasciamento ed inoltre la
proliferazione capillare non segue quella cellulare (diminuzione relativa di
capillari). Con l’aumentare dell’ipertrofia le miofibrille di disorganizzano e
si infiltrano di fibroblasti (deposizione di collagene). A lungo andare quindi
l’ipertrofia eccessiva diviene maladattativa, la funzione ventricolare sinistra
declina, le anomalie della funzione diastolica progrediscono e si ha lo sviluppo
di fibrosi miocardica irreversibile. Non si avrà più ipertrofia ma dilatazione
e, quindi, scompenso. La dilatazione determina infatti una rapida progressione
patologica, in quanto l’aumento del raggio, al denominatore della legge di
Laplace, provoca un aumento dello stress parietale. Nelle fasi terminali della
malattia, la funzione contrattile si deteriora a causa dell’eccessivo
postcarico, la gittata cardiaca e il gradiente sistolico tra ventricolo
sinistro e aorta diminuiscono, mentre aumentano la pressione atriale media
sinistra, la pressione arteriosa polmonare e la pressione ventricolare destra.
La funzione ventricolare sinistra può essere ulteriormente compromessa da una
cardiopatia ischemica sovrapposta. Per riassumere quindi, il cuore sinistro perde
la propria funzionalità a causa delle legge di Starling (più la miofibrilla è
allungata più sviluppa forza, ma fino ad un certo punto, in quanto, per
eccessivi allungamenti, non si riesce più a generare il corretto numero di
giunzioni actomiosiniche ed il cuore diviene inefficiente nel produrre forza),
della discrepanza tra ipertrofia e proliferazione capillare (il cuore quindi,
oltre a richiedere più ossigeno per l’aumentato lavoro, si ritrova a riceverne
di meno per il mancato aumento capillare) e delle alterazioni diastoliche.
Sintomi
(la stenosi aortica assume raramente rilevanza clinica fino a quando l’area
valvolare, normalmente di 3 cm2, non si riduce ad almeno 1 cm2.
Anche i pazienti con stenosi aortica grave in genere sono asintomatici per
lungo tempo grazie ai meccanismi di compenso del ventricolo sinistro
ipertrofico. Una volta che i sintomi si siano manifestati, la sostituzione
valvolare è indicata. Viene considerata stenosi lieve per un area di 1,5-2 cm2,
moderata per un’area di 1-1,5 cm2 e grave per un’area < 1 cm2)
·
Dispnea da sforzo
o
Dovuta
all’incremento della pressione capillare polmonare provocato dall’aumento della
pressione telediastolica del ventricolo sinistro, secondario a sua volta alla
sua ridotta compliance e all’alterato rilasciamento
·
Angina pectoris
o
Dolore oppressivo
precordiale di poca durata in quanto, quando insorge, il paziente rallenta, la
frequenza cardiaca diminuisce ed il dolore passa. Se l’angina non è trattata ha
una prognosi nefasta (5 anni)
·
Sincope
o
Può insorgere in
seguito ad uno sforzo fisico per mancato aumento della gittata cardiaca. Se
durante lo sforzo fisico tuttavia la pressione ventricolare aumenta fino a
superare i 240 mmHg, l’attività contrattile si arresta (arresto cardiaco). La sincope
non trattata ha una prognosi di 3 anni
·
Scompenso
cardiaco
o
È la conseguenza
peggiore, sinonimo di un esaurimento funzionale del ventricolo che, ormai
troppo dilatato, non è più in grado di ottemperare alle richieste
dell’organismo. La riduzione della gittata cardiaca determina ipoperfusione
diffusa ed aumento della pressione venosa (e arteriosa di conseguenza)
polmonare con edema polmonare. Prognosi di 1 anno
o
Nelle fasi
preterminali si riscontrano ipertensione polmonare grave, insufficienza
ventricolare destra e ipertensione venosa sistemica con epatomegalia,
fibrillazione atriale e insufficienza tricuspidale
o
Nelle fasi
terminali si riscontrano astenia, cachessia, cianosi periferica, ortopnea ed
edema polmonare
Esame
obiettivo
·
Pulsus parvus et
tardus e soffio sistolico apprezzato meglio a livello del secondo spazio
intercostale sulla marginosternale dx. Quando la stenosi diviene grave, la
sistole ventricolare sx può essere così prolungata da determinare il ritardo
del tono di chiusura valvolare aortico che non precede più quello polmonare, ma
può fondersi a esso oppure seguirlo, il che provoca il cosiddetto sdoppiamento
paradosso del secondo tono
Esami
strumentali
·
ECG
o
Ipertrofia
ventricolare sx, depressione del tratto ST ed inversione dell’onda T (sovraccarico
ventricolare sx)
·
Ecocardiogramma
ed ecocolordoppler
o
Mostra
l’ispessimento, la calcificazione e la ridotta apertura sistolica dei lembi
valvolari, oltre all’ipertrofia del ventricolo sx. Stima inoltre il gradiente e
l’area valvolare aortica
·
RX torace
o
Dilatazione del
ventricolo sx, congestione polmonare, dilatazione del ventricolo sx e
dell’arteria polmonare
Insufficienza
aortica à può essere causata da patologie dei lembi valvolari,
patologie della parete della radice dell’aorta o entrambe le condizioni. Circa
¾ dei soggetti con insufficienza aortica pura sono maschi; nelle donne è invece
più frequente l’associazione con una patologia mitralica.
·
Anomalie dei
lembi valvolari
o
Febbre reumatica
§ Fibrosi, retrazione ed impedimento dell’apposizione in
diastole (l’eziologia reumatica spesso porta un’associata valvulopatia
mitralica). Se i lembi valvolari si fondono, oltre che insufficienza, si
verifica stenosi aortica
o
Endocardite
infettiva
§ Perforazione, vegetazioni
o
Traumi
o
Prolasso del
lembo maggiore nella bicuspide
o
Sindrome di
Marfan, Ehlers Danlos, medio necrosi cistica, LES ecc
·
Dilatazione della
radice dell’aorta (porta ad allargamento dell’annulus aortico e alla
conseguente separazione dei lembi)
o
Medio necrosi
cistica
o
Sindrome di
Marfan
o
Osteogenesi
imperfetta
o
Aortite luetica
§ Ormai molto rara, la sifilide (e anche la spondilite
anchilosante) può provocare un’infiltrazione cellulare e un processo fibrotico
a carico della media dell’aorta toracica, con conseguente dilatazione aortica,
formazione di aneurismi e comparsa di insufficienza valvolare grave. Il
coinvolgimento dell’intima può provocare il restringimento degli osti
coronarici e determinare ischemia miocardica
o
Spondilite
anchilosante
Fisiopatologia:
Il ventricolo pompa il sangue nell’aorta ma parte (a causa dell’insufficienza) di
questo torna indietro (il volume rigurgitante, nei casi gravi, può essere della
stessa entità della gittata anterograda); il reflusso causa quindi un aumento
del volume telediastolico (precarico) che a sua volta comporta una dilatazione
del ventricolo (aumenta il raggio che sta al numeratore della legge di Laplace)
ed un conseguente aumento dello stress parietale. Per compensare il cuore si
ipertrofizza (ipertrofia eccentrica da aumento di volume, nella stenosi era
concentrica da aumento di pressione), ma lo fa in maniera leggermente diversa
rispetto alla precedente (riproduzione in serie dei sarcomeri, allungamento
delle fibre, ipertrofia compensatoria). Alla fine questi sistemi di compenso,
tuttavia, perdono di efficacia (il deterioramento della funzione ventricolare
sinistra spesso precede la comparsa dei sintomi)
Sintomi
·
Dispnea da sforzo
e ortopnea (stando in piedi si riduce il ritorno venoso del cuore e quindi si riduce
il lavoro cardiaco)
·
Sincope
(raramente)
·
Angina
(raramente)
·
Polso (sale di
colpo e scende di colpo perché aumenta la pressione differenziale es Lincoln)
Esame
obiettivo
·
Soffio diastolico
in calando solitamente auscultabile meglio a livello del terzo spazio
intercostale sx. Spesso si apprezza il cosiddetto soffio di Austin Flint, un
rullio mesodiastolico a bassa frequenza, probabilmente provocato dalle
vibrazioni del lembo anteriore della mitrale investito dal flusso rigurgitante
dell’aorta
Esami
strumentali
·
ECG
o
Ipertrofia
ventricolare sx, depressione del tratto ST ed inversione dell’onda T
(sovraccarico ventricolare sx)
·
Ecocardiogramma
ed ecocolordoppler
o
Dimensioni
ventricolari sx aumentate, fluttering ad alta frequenza del lembo anteriore
della mitrale (prodotta dall’impatto del getto rigurgitante dell’aorta)
·
RX torace
o
Apice cardiaco
spostato in basso e a sx, eventuale dilatazione aneurismatica dell’aorta
Stenosi
mitralica à ostruzione al flusso tra atrio e ventricolo sx.
Eziologia
·
Acquisita
o
Nella stragrande
maggioranza dei casi è una conseguenza tardiva di una cardite reumatica
infantile (causa fibrosi)
§ La cardite è sostenuta
dallo streptococco β emolitico di gruppo A, attraverso meccanismi autoimmuni,
diretti da tossicità delle streptolisine. Alcuni pazienti (età 6-15 anni) a
seguito di faringotonsillite (2-3%), per via di una predisposizione genetica,
sviluppano processo autoimmune di reattività antigenica crociata che induce gli
anticorpi prodotti contro gli antigeni streptococcici a reagire in maniera
crociata contro i tessuti dell’ospite, producendo il danno tissutale
immuno-mediato. La caratteristica anatomo-patologica della cardite reumatica è
il nodulo di Aschoff: area infiammatoria perivascolare costituita da un area
centrale di necrosi fibrinoide, attorniata da cellule infiammatorie.
Successivamente il granuloma evolve in cicatrice fibrosa. La cicatrizzazione
provoca:
Ø Fusione commissurale (più
frequente)
Ø Accorciamento cordale
Ø Irrigidimento dei lembi
valvolari, con restringimento della valvola che assume una forma ad imbuto
·
Congenita
o
Poco frequente,
valvola a paracadute (unico papillare)
·
Neoplastica
o
Mixoma atriale
Fisiopatologia:
in un adulto sano l’orifizio della valvola mitrale è di 4-6 cm2. In
presenza di un’ostruzione significativa, quindi quando l’area è inferiore a 2
cm2 circa, il sangue può passare dall’atrio sx nel ventricolo sx
solamente in presenza di un gradiente pressorio atrioventricolare elevato in
modo anomalo. La pressione in atrio sx quindi aumenta (20-25 mmHg con un’area
di 1 cm2; se supera i 25-30 mmHg della pressione oncotica polmonare
si verifica edema interstiziale) e si trasmette a monte nel circolo polmonare
(bisogna tener conto inoltre che per ogni dato valore di portata cardiaca, la
tachicardia eleva ulteriormente la pressione atriale sinistra, in quanto un
incremento della frequenza cardiaca riduce proporzionalmente più la durata
della diastole che quella della sistole e quindi diminuisce il tempo
disponibile al sangue per passare attraverso l’orifizio mitralico.
Considerazioni analoghe sono applicabili anche alla fisiopatologia della
stenosi tricuspidale); il polmone per “difendersi” vasocostringe l’arteria
polmonare per far sì che arrivi meno sangue al polmone (barrage funzionale
reversibile e poi anatomico/irreversibile). La pressione aumenta però anche nel
ventricolo dx, che si dilata, e con esso si dilata anche la tricuspide che
diventa insufficiente (tricuspidalizzazione). Per il fenomeno della
reclutazione, se ci sdraiamo di colpo non ci viene edema polmonare (i vasi più
apicali vengono reclutati).
Sintomi
·
Dispnea (prima da
sforzo, poi anche a riposo)
·
Dispnea
parossistica notturna
·
Ortopnea
·
Edema polmonare
acuto
·
Emottisi (dovuta
alla rottura dei vasi venosi di connessione polmonare-bronchiale secondaria
all’ipertensione venosa polmonare)
·
Dolore toracico
·
Tromboembolie
sistemiche, da fibrillazione atriale (il trombo si forma principalmente nell’auricola
dell’atrio sx) , endocarditi
·
Palpitazioni da
fibrillazione atriale (la fibrillazione atriale si verifica a causa della
dilatazione che non permette una giusta propagazione del flusso elettrico)
·
Tricuspidalizzazione
Esame
obiettivo
·
Soffio diastolico
e schiocco di apertura della valvola mitrale apprezzabili maggiormente a
livello dell’apice cardiaco
·
Nelle fasi
tardive, quando insorge insufficienza ventricolare destra, compaiono
epatomegalia, edemi declivi, ascite e versamento pleurico (frequentemente a
destra)
Esami
strumentali
·
ECG
o
Evidenti segni di
dilatazione atriale sinistra
·
Ecocardiogramma
ed ecocolordoppler
o
Stima il
gradiente trans valvolare, la funzione dei due ventricoli, le dimensioni delle
camere cardiache e l’eventuale rigurgito
tricuspidale
·
RX torace
o
Rettilineizzazione
del margine superiore sinistro del cuore e dilatazione delle arterie polmonari
Insufficienza
mitralica à può essere causata da
·
Anomalie
dell’anello
o
Dilatazione
dell’anello
§ Malattie degenerative (Marfan ecc) o secondarie e
disfunzioni del ventricolo sinistro
o
Calcificazione
dell’anello
§ Marfan, aterosclerosi, ipertensione arteriosa
·
Anomalie dei
lembi valvolari
o
Malattia
reumatica (fibrosi e retrazione dei lembi associata ad ipomobilità)
o
Endocardite
infettiva (associata a vegetazioni e perforazioni)
o
Anomalie del
connettivo (Marfan ecc)
·
Anomalie delle
corde
o
Allungamento o
rottura (distrofica-degenerativa, cardiopatia reumatica, endocardite batterica
ecc)
·
Anomalie dei
muscoli papillari
o
Più
frequentemente per CAD (coronary artery disease, infarto) in quanto irrorati dalla
parte terminale del letto coronarico (più frequente il postero-laterale
irrorato dalla dx)
o
Anomalie
congenite (malposizione, aplasia)
o
Amiloidosi,
granulomi, sarcoidosi, ascessi
o
Traumi toracici ed
endocardite infettiva (possibile rottura del muscolo papillare)
Fisiopatologia:
nell’insufficienza mitralica le resistenze allo svuotamento del ventricolo
sinistro (postcarico) si riducono. Come conseguenza, il ventricolo sinistro,
durante la fase sistolica, invia sangue anche nell’atrio sinistro. Esistono
forme acute (es infarto, endocarditi, malfunzionamento di protesi valvolari) e
forme croniche (congenite, infiammatorie, degenerative). Nelle forme croniche
l’atrio si dilata per accogliere più sangue e si ipertrofizza per rendere più
energica la sua contrazione. Il ventricolo sx di dilata (aggravando
l’insufficienza mitralica) e si ipertrofizza leggermente (in quanto aumenta,
con l’aggravarsi dell’insufficienza mitralica, il volume telediastolico ventricolare).
Nelle forme acute l’atrio non fa in tempo a dilatarsi e quindi si avrà edema
polmonare acuto (EPA).
Sintomi
·
Dispnea
·
Astenia
·
Raramente
emottisi
·
Compressione del
nervo laringeo ricorrente (sindrome di Ortner)
·
Fibrillazione
atriale
·
Ipertensione polmonare
·
Tricuspidalizzazione
Esame
obiettivo
·
Soffio sistolico
meglio udibile all’apice cardiaco (nei pazienti con rottura delle corde
tendinee o coinvolgimento primario del lembo mitralico posteriore, con prolasso
o flail di questo, il getto del rigurgito è eccentrico, diretto anteriormente,
e colpisce la parete dell’atrio sinistro adiacente alla radice aortica. In
questa situazione il soffio è trasmesso alla base del cuore e può essere
confuso con il soffio della stenosi aortica)
Esami
strumentali
·
ECG
o
Evidenti segni di
dilatazione atriale sinistra (e frequente fibrillazione atriale)
·
Ecocardiogramma
ed ecocolordoppler
o
Stima il
gradiente trans valvolare, la funzione dei due ventricoli, le dimensioni delle
camere cardiache e l’eventuale rigurgito
tricuspidale
·
RX torace
o
Rettilineizzazione
del margine superiore sinistro del cuore e dilatazione delle arterie polmonari,
congestione venosa polmonare, edema interstiziale e linee B di Kerley (date
dall’ispessimento dei setti interlobulari). I pazienti con insufficienza
mitralica acuta possono avere un edema polmonare asimmetrico se il getto di
sangue rigurgitato è diretto prevalentemente verso l’orifizio di una vena
polmonare
Stenosi
tricuspidale à ha in genere un’eziologia reumatica ed è più comune
nelle donne rispetto agli uomini. Non compare come lesione isolata ed è spesso
associata a stenosi mitralica ed a un certo grado di insufficienza
·
Fisiopatologia:
la portata cardiaca a riposo di solito è diminuita e non aumenta nel corso dell’esercizio
fisico. La bassa portata è responsabile del riscontro di pressioni atriali
sinistre, polmonari e ventricolari destre normali o solo lievemente aumentate,
anche in presenza di stenosi mitralica. La presenza di una stenosi
tricuspidale, quindi, può rendere meno evidenti le caratteristiche emodinamiche
e cliniche di una stenosi mitralica associata
·
Sintomi: giacchè
la comparsa della stenosi mitralica precede quella della stenosi tricuspidale,
la maggior parte dei pazienti presenta inizialmente segni di congestione
polmonare e astenia. Nei pazienti con stenosi tricuspidale severa è
caratteristica la discrepanza tra i sintomi (lieve dispnea) e il quadro
obiettivo di epatomegalia, ascite ed edemi. Nella stenosi tricuspidale e/o
nell’insufficienza tricuspidale sono tuttavia comuni l’astenia secondaria alla
bassa portata cardiaca e i disturbi dovuti agli edemi ricorrenti, all’ascite e
all’epatomegalia
·
Esame obiettivo:
una stenosi tricuspidale grave presenta
o
Congestione
epatica (epatomegalia e possibile splenomegalia, cirrosi, ittero, segni di
malnutrizione, gravi edemi e ascite)
o
Giugulari turgide
o
Soffio diastolico
(che aumenta in inspirazione e diminuisce in espirazione o durante la manovra
di Valsalva, quando il flusso tricuspidale è ridotto)
o
Esami strumentali:
l’assenza di evidenze ECG di ipertrofia ventricolare dx in un paziente con
insufficienza ventricolare dx e sospetta stenosi mitralica deve sempre far
pensare a un vizio tricuspidale associato. Nei pazienti con stenosi mitralica e
tricuspidale l’RX torace mostra una particolare prominenza dell’atrio dx e
della cava superiore senza un’importante dilatazione dell’arteria polmonare e
con minor evidenza di congestione polmonare rispetto ai pazienti con
valvulopatia mitralica pura. Il gradiente trans valvolare può essere misurato
con l’ecodoppler e la struttura valvolare così come la funzione e la dimensione
ventricolari possono essere valutati con l’ecografia trans toracica
Insufficienza
tricuspidale à nella maggior parte dei casi è dovuta ad una marcata
dilatazione dell’annulus tricuspidale secondaria alla dilatazione del
ventricolo dx da ipertensione polmonare. La malattia reumatica può produrre
un’insufficienza tricuspidale organica (primaria) spesso associata a stenosi
tricuspidale. Le caratteristiche cliniche consistono, come nella stenosi
tricuspidale, nella congestione venosa sistemica (giugulari distese,
epatomegalia, ascite, edemi) e nella riduzione della portata cardiaca.
·
Esame obiettivo:
o
Spesso i pazienti
presentano fibrillazione atriale
o
Soffio sistolico
(si intensifica con l’inspirazione e si riduce con l’espirazione o la manovra di Valsalva; segno di Carvalho)
·
Esami
strumentali: l’ECG può mostrare segni caratteristici della lesione responsabile
della dilatazione del ventricolo dx cui consegue l’insufficienza tricuspidale.
L’ecocardiografia può essere utile nel dimostrare la dilatazione del ventricolo
dx e nel visualizzare le anomalie valvolari. L’ecocolordoppler può stimare la
gravità dell’insufficienza. All’RX si evidenzia solitamente una dilatazione
dell’atrio e del ventricolo dx
Valvulopatie
polmonari à la valvola polmonare è colpita dalla malattia
reumatica meno frequentemente di tutte le altre valvole cardiache ed è
raramente sede di endocardite infettiva. La più comune anomalia acquisita che
interessa questa valvola è l’insufficienza secondaria alla dilatazione
dell’anello valvolare polmonare provocata dall’ipertensione polmonare. Questa
dilatazione determina la comparsa del soffio di Graham Steel, un soffio
diastolico ad alta frequenza da differenziare dal soffio, molto più comune,
dell’insufficienza aortica. L’insufficienza polmonare ha un modesto significato
emodinamico, in quanto non causa insufficienza cardiaca a meno che non sia
presente una grave ipertensione polmonare. È opportuno ricordare che la
sindrome da carcinoide può causare una stenosi o un’insufficienza della valvola
polmonare
·
Sindrome
da carcinoide: sindrome caratterizzata da episodi di
arrossamento cutaneo, cianosi, crampi addominali e diarrea in un paziente con
valvulopatie cardiache (e meno comunemente asma e artropatia), causata di solito
da tumori carcinoidi intestinali metastatici che secernono quantità eccessive
di sostanze vasoattive, tra le quali serotonina, bradichinina, istamina,
prostaglandine e ormoni polipeptidici
Per
quanto riguarda la sostituzione valvolare, le protesi biologiche rimangono la
scelta migliore nei pazienti con più di 65 anni sia nella posizione mitralica
che in quella aortica. Le bioprotesi sono inoltre indicate nelle donne che
prevedono future gravidanze (sarebbe rischioso scoagulare una donna che va
incontro ad una gravidanza), oltre che in pazienti che rifiutano di assumere
una terapia anticoagulante e quelli in cui questa è controindicata. Nei
pazienti senza controindicazioni all’anticoagulazione, particolarmente quelli
con meno di 65 anni, la protesi meccanica è una scelta ragionevole.