L’NO è un radicale libero di
azoto presente in condizioni normali come inquinante atmosferico e nel fumo di
sigaretta. Trovandosi in uno stato intermedio, l’NO è in grado sia di ossidare
sia di ridurre i composti chimici con cui viene a contatto (le interazioni più
importanti riguardano la guanilato ciclasi e la citocromo c ossidasi).
La biosintesi dell’NO nelle
cellule endoteliali e in altri distretti dell’organismo avviene principalmente
attraverso la trasformazione della L-arginina in L-citrullina operata da enzimi
detti NO sintetasi, NOS (sono inoltre importanti cofattori come la biopterina
che, in caso di assenza, determinano la formazione di radicali liberi anziché
di NO). Ad oggi sono state identificate tre isoforme dell’enzima (che
funzionano solo se associate in omodimeri):
·
nNOS (NOS I): la
NOS neuronale è presente nel SNC, nel SNP, nel muscolo scheletrico, nelle isole
pancreatiche, nell’epitelio gastrico e polmonare e nelle cellule della macula
densa renale
·
iNOS (NOS II): la
NOS inducibile è presente nelle cellule dello stipite monocito-macrofagico ma
può essere indotta in tutte le cellule attivabili da citochine e prodotti di
derivazione batterica quali l’endotelio, il muscolo liscio, il muscolo
cardiaco, i cheratinociti e gli epatociti (iNOS quindi, a differenza dell’eNOS
e della nNOS che sono espresse a livelli basali nelle cellule, è indotta da
stimoli specifici)
·
eNOS (NOS III):
localizzata non solo a livello endoteliale (dove è stata scoperta) ma anche in
molte altre linee cellulari
Tutte e tre le forme legano il complesso Ca2+-calmodulina
e possono funzionare solo in presenza di tale complesso. Nel caso di nNOS ed
eNOS, quando il Ca2+ torna a livelli basali, il complesso si
dissocia e l’enzima ritorna inattivo. A causa di piccole differenze nel sito di
legame invece, il complesso iNOS/Ca2+- calmodulina è praticamente
inscindibile anche a basse concentrazioni del catione. Questa differenza è
molto importante: nNOS ed eNOS (NOS costitutive) generano NO in modo regolato,
non continuo e a concentrazioni nanomolari, mentre iNOSgenera NO in modo
continuo nel tempo e a concentrazioni che spesso raggiungono il micromolare.
A concentrazioni nanomolari NO agisce con certezza su due
bersagli intracellulari:
·
Attiva la guanilato ciclasi: l’attivazione della
guanilato ciclasi determina un aumento della produzione di cGMP che a sua volta
comporta una riduzione del Ca2+ nella cellula muscolare e quindi
induce il rilasciamento muscolare (effetto vasodilatatore). Questo meccanismo
permette quindi un importante controllo a feedback negativo tra i sistemi
dell’NO ed il Ca2+: la generazione di NO, stimolata dall’aumento
della concentrazione di Ca2+ (l’Ach infatti, a livello muscolare
induce un aumento di Ca2+ che attiva eNOS; questo meccanismo spiega
come mai, se si asporta l’endotelio, l’Ach determina, proprio per l’aumento
della concentrazione di Ca2+, una contrazione delle cellule
muscolari lisce vasali), limita a sua volta questo aumento
·
Inibisce la citocromo c ossidasi: in condizioni
di ipossia la cellula reagisce riducendo il consumo di ossigeno e quindi la
sintesi di ATP; questo porta a un rallentamento dei processi metabolici e
quindi a un ridotto consumo di energia. Questo controllo interno della
respirazione è esercitato dalla cellula a livello della citocromo c ossidasi,
il complesso terminale della catena di trasporto mitocondriale cui si lega
l’ossigeno che viene “consumato” durante la respirazione. NO è il messaggero
intracellulare responsabile della regolazione dell’attività della citocromo c
ossidasi, costituendo con essa il sensore intracellulare per l’ossigeno. NO
esercita questo controllo perché si lega reversibilmente alla citocromo c
ossidasi sullo stesso sito in cui si lega l’ossigeno, e con simile affinità.
Questo porta a competizione tra i due gas per l’enzima. In condizioni di
normossia tissutale il legame dell’NO è sfavorito e la respirazione procede
normalmente. Al calare della concentrazione di ossigeno il legame dell’NO alla
citocromo c ossidasi è favorito, l’enzima riduce la sua attività e di conseguenza
la respirazione rallenta. Due sono le conseguenze biologiche di questa
regolazione: da un lato si riduce progressivamente e in modo graduale la
funzionalità mitocondriale, il che induce la cellula ad utilizzare la via glicolitica
per produrre energia in anaerobiosi; dall’altro si ridistribuisce l’ossigeno
che, non legandosi più alla citocromo c ossidasi, può essere veicolato ad altre
cellule nell’intorno, ritardandone l’ingresso nella fase ipossica. Oltre a
questo aspetto, NO promuove anche la biogenesi di mitocondri (particolarmente
nel muscolo scheletrico e nel sistema nervoso). Questo meccanismo, unitamente
alla riduzione dell’attività mitocondriale mediata dall’inibizione della
citocromo c ossidasi, fa sì che ci siano più mitocondri funzionanti a minor
regime, riducendo quindi la produzione di radicali liberi e migliorando
l’accoppiamento della respirazione cellulare con la sintesi di ATP (essendo la
respirazione più efficiente in presenza di NO, si spiega come mai deficit
congeniti di NOS siano spesso associati a sindrome metabolica oltre a spiegare
come mai si tende ad ingrassare quando si smette di fumare)
A concentrazioni micromolari, NO agisce nitrosilando le
proteine (in condizioni di infiammazione, l’aumento di iNOS determina una
formazione eccessiva di NO che, unitamente alla produzione di radicale
superossido formatosi fisiologicamente nel mitocondrio, determina la formazione
dell’anione perossinitrito, fortissimo agente ossidante e nitrosilante).
Tra gli effetti dell’NO ne vanno sicuramente ricordati
alcuni:
·
Effetti a livello dell’apparato cardiovascolare:
importante effetto vasodilatatore (mediato dall’induzione della guanilato
ciclasi). La vasodilatazione contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e
contrasta l’aggregazione piastrinica (nel complesso quindi svolge un’azione
cardioprotettiva)
·
Effetti a livello del SNC e del SNP: l’NO modula
la plasticità sinaptica e la memoria (modula la trasmissione sinaptica e quindi
anche LTP e LTD, fenomeni alla base della plasticità sinaptica). Riguardo le
LTP, il rilascio di glutammato alla presinapsi genera NO nella postsinapsi,
attraverso una via che coinvolge i recettori-canale AMPA e NMDA (coinvolti
pesantemente in questi meccanismi), l’NO così generato diffonde nella
presinapsi ed attiva la guanilato ciclasi. L’aumento dei livelli di cGMP
determina, mediante l’attivazione di chinasi specifiche, l’aumento della
secrezione di neurotrasmettitore, meccanismo alla base degli effetti modulatori
sull’attività sinaptica. Oltre a questi effetti, un’abnorme attivazione della
via metabolica L-arginina-NO è alla base della comparsa di sindrome emicraniche
sia con che senza aura (si possono usare antagonisti delle NOS nel trattamento
di varie forme di emicrania)
·
Effetti a livello dell’apparato muscolare: NO
controlla la fisiologia e la riparazione del muscolo scheletrico. Regolando
l’accoppiamento eccitazione-contrazione, l’NO minimizza il danno muscolare
durante la contrazione stessa. Inoltre, l’NO è in grado di accoppiare
l’accrescimento del fabbisogno energetico con un’accresciuta disponibilità di
energia mediante l’induzione della vasodilatazione (quindi aumenta il flusso di
ossigeno e nutrienti). NO gioca anche un ruolo rilevante nella miogenesi e
nella riparazione muscolare. Questa azione viene svolta in buona parte dalle
cellule satelliti, cellule indifferenziate residenti quiescenti nel muscolo
scheletrico adulto che si attivano in seguito a danno muscolare per rimodellare
e riparare il tessuto danneggiato. L’attivazione di queste cellule è promossa dall’aumento
di cGMP indotto dall’NO. Un’alterazione del sistema dell’NO sembra contribuire
ai meccanismi patogenetici alla base di alcune distrofie muscolari
·
Effetti a livello del sistema immunitario: NO
regola, mediante la produzione di radicali, il processo di attivazione
immunitaria contro agenti patogeni
Le più importanti classi di farmaci (agenti sul sistema NO)
utilizzate in clinica comprendono:
·
NO: l’NO, sottoforma di gas, viene utilizzato
nel trattamento dell’ipertensione polmonare e nella sindrome da distress
respiratorio acuto (agendo come vasodilatatore e broncodilatatore)
·
Sodio nitroprussiato: si tratta di una molecola
a rapida azione ed emivita molto breve (4 minuti) utilizzata soprattutto nelle
emergenze (IMA). Pur contenendo cianuro, questa sostanza, se usata in acuto, non
dà tossicità. L’effetto avverso più frequente, anche se raro, è l’ipotensione
·
Nitroglicerina (nitrato organico): farmaco con
effetto più lento del nitroprussiato (ma comunque abbastanza rapido), è
utilizzato per l’angina (somministrazione sublinguale o mediante cerotto) in
quanto, vasodilatando il circolo periferico, riduce il lavoro cardiaco. È un
farmaco soggetto al fenomeno della tolleranza, per cui solitamente si evita la
somministrazione per circa 8 ore al giorno (sarebbe meglio sospenderlo di
notte, quando il cuore è più a riposo, tuttavia spesso si sospende per 8 ore
durante il giorno, in modo tale che il paziente possa accorgersi di eventuali
effetti avversi). Gli effetti avversi comprendono ipotensione e cefalea (la
cefalea da vasodilatazione generalmente si risolve in una settimana, in caso
contrario si consiglia la sospensione del trattamento)
·
Inibitori della 5 fosfodiesterasi: questi
farmaci inibiscono la fosfodiesterasi determinando un’elevazione del cGMP e
quindi una vasodilatazione. Il capostipite di questa classe è il sildenafil
(Viagra), farmaco efficace nella terapia dell’impotenza maschile (vasodilata i
vasi post-capillari accrescendo i corpi cavernosi e quindi l’erezione peniena)
che ha stimolato la ricerca di altre molecole simili, quali vardenafil
(Levitra) e tadalafil (Cialis). L’applicazione degli inibitori della 5
fosfodiesterasi è stata poi ampliata, sildenafil e tadalafil sono stati approvati
per il trattamento dell’ipertensione polmonare
Salve, un chiarimento. Il NO sembra inibire l'azione del citocromo c ossidasi e quindi la sintesi di ATP. Questo sembra un fatto negativo. Ma sento sempre parlare, sopratutto nel fitness, del ruolo positivo del NO per la longevita' e la circolazione del sangue...
RispondiEliminaBuongiorno, anche se è passato un po' di tempo (c'erano problemi con le notifiche risolti solo ora) cerco di risponderle. Il NO inibisce la sintesi di ATP nelle cellule in "maggior difficoltà" ma più in generale fa sì che ci siano più mitocondri funzionanti a minor regime, riducendo quindi la produzione di radicali liberi e migliorando l’accoppiamento della respirazione cellulare con la sintesi di ATP. Sostanzialmente quindi è vero che ogni mitocondrio produrrà meno ATP ma, essendoci più mitocondri reclutati, la produzione totale di energia sarà maggiore (più energia totale, minor affaticamento mitocondriale).
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