Patologia delle piastrine

L’emostasi è un processo fisiologico finemente controllato che può essere distinto in tre fasi: l’emostasi primaria che porta alla formazione di un aggregato piastrinico, l’emostasi secondaria o coagulazione in cui la fibrina stabilizza l’aggregato piastrinico ed infine la fibrinolisi.

Si definisce piastrinopenia una riduzione della conta piastrinica nel sangue periferico al di sotto del limite inferiore dell’ambito di normalità, riscontrata in due controlli. Tale limite è generalmente fissato in 150000/mm3. La piastrinopenia è inoltre considerata lieve per valori compresi tra 100 e 150, moderata tra 50 e 100, grave tra 20 e 50 e molto grave quando inferiore a 20.
È fondamentale la diagnosi differenziale con la pseudopiastrinopenia, causata dall’agglutinazione piastrinica favorita dal chelaggio del calcio (agglutinine, più spesso IgG, riconoscono antigeni piastrinici esposti per azione dell’anticoagulante) da parte di anticoagulanti quali ad esempio l’EDTA (ma anche sodio citrato, seppur in minor misura), che viene comunemente utilizzato per l’anticoagulazione dei campioni di sangue su cui eseguire l’esame emocromocitometrico. Pseudoipopiastrinopenia si può avere anche per satellismo in vitro delle piastrine attorno ai neutrofili, mediato da recettori Fc dei neutrofili che reagiscono con anticorpi che si legano alle piastrine in presenza di EDTA. La diagnosi di pseudoipopiastrinopenia si basa sull’analisi morfologica di uno striscio di sangue periferico dal campione di sangue raccolto con la dimostrazione di agglutinati piastrinici o di piastrine rosettate sulla superficie dei granulociti.
Dal punto di vista clinico, le piastrinopenie sono caratterizzate da una diatesi emorragica (propensione all’emorragia) che presenta grande variabilità in relazione non solo al numero di piastrine circolanti, ma anche al momento eziologico e alla concomitanza di altri fattori di rischio. Ad esempio, a parità di conta piastrinica, le piastrinopenie da aumentata distruzione periferica sono meno sintomatiche di quelle da ridotta produzione midollare, probabilmente perché caratterizzate dalla presenza inn circolo di piastrine più grandi e funzionalmente più attive di quelle normali. In genere comunque, non si ha datesi emorragica per valori di piastrine superiori a 50000/mm3. La manifestazione clinica più frequente della piastrinopenia è la porpora, caratterizzata da sanguinaenti cutanei o mucosi che, a seconda delle dimensioni, si distinguono in petecchie (emorragie puntiformi visibili su cute, mucose, retina e organi interni) ed ecchimosi (possono avere varie dimensioni ed interessano soprattutto cute e sottocute). Altre manifestazioni emorragiche tipiche sono i sanguinamenti mucosi, quali la gengivorragia, l’epistassi, l’ematuria, la meno-metrorragia, l’ematemesi e la melena; le emorragie retiniche e cerebrali sono rare, ma la loro frequenza aumenta con l’età del paziente. Oltre ai sanguinamenti spontanei, i pazienti piastrinopenici possono manifestare sanguinamenti post-traumatici eccessivi rispetto all’entità del trauma, ad insorgenza precoce (a differenza dei pazienti con patologie della coagulazione, la cui insorgenza è generalmente ritardata), che possono essere arrestati con la pressione locale.


Piastrinopenie congenite
Sono molto più frequenti di quanto si pensasse. Il dubbio diagnostico di piastrinopenia deve sorgere quando la piastrinopenia viene diagnosticata in età infantile, persiste sostanzialmente invariata, è presente anche in familiari, non risponde alla terapia delle piastrinopenie immunologiche, specie se si associa a tipiche variazioni morfologiche delle piastrine o di altre linee cellulari del sangue e/o altre patologie (es sordità o insufficienza renale).

Piastrinopenie microtrombocitiche
La sindrome di Wiskott-Aldrich, a trasmissione recessiva, è caratterizzata dalla produzione di piastrine microcitiche con vita media ridotta per difetti intrinseci della membrana e del citoscheletro. Tali difetti sono presenti anche nelle cellule linfocitarie, con conseguente immunodeficienza. Dal punto di vista clinico, i pazienti presentano manifestazioni emorragiche mucocutanee e cerebrali, frequenti infezioni e un’elevata percentuale (10%) di evoluzione in malattie linfomatose o leucemiche. È frequente l’eczema, localizzato soprattutto ai padiglioni auricolari, ai solchi retroauricolari o alle pieghe di flessione. La terapia è trasfusionale. Miglioramenti transitori si possono ottenere con l’infusione endovenosa di immunoglobuline ad alte dosi. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è per ora l’unico trattamento curativo.

Piastrinopenia normotrombocitiche
La trombocitopenia 2 (THC2) è una malattia autosomica dominante caratterizzata dall’assenza di altre alterazioni associate e dalla presenza di piastrine morfologicamente normali. I soggetti affetti hanno tuttavia una maggior predisposizione a sviluppare patologie maligne della serie mieloide.

Piastrinopenie macrotrombocitiche
Le macrotrombocitopenie associate a mutazioni del gene della catena pesante della miosina non muscolare IIA includono quattro entità (anomalia di May-Haegglin, sindrome di Epstein, sindrome di Sebastian e sindrome di Fechtner) che oggi sono considerate diverse espressioni fenotipiche della stessa patologia. Tipiche di questa condizione sono le inclusioni leucocitarie visibili sullo striscio di sangue periferico o meglio con tecniche di immunofluorescenza. Nel corso della vita, questi pazienti possono manifestare perdita dell’udito, cataratta e glomerulonefrite che può esitare in insufficienza renale.
La sindrome di Bernard-Soulier è una piastrinopatia derivata da mutazioni a carico delle glicoproteine GPIbα, GPIbβ o della GPIX ed è trasmessa come carattere autosomico recessivo.


Piastrinopenie acquisite
Le piastrinopenie acquisite sono classificate in tre categorie, in base ai criteri patogenetici: da ridotta produzione midollare; da aumentata distruzione o consumo periferici; da alterata distribuzione della massa piastrinica.

Piastrinopenie acquisite da ridotta produzione midollare
·         Da ipoplasia o aplasia megacariocitaria midollare à sono generalmente secondarie a infezioni, ad assunzione di farmaci o alcol, a infiltrazione midollare da parte di cellule neoplastiche e generalmente sono causate da disturbi che colpiscono la cellula staminale (pertanto coinvolgono più linee emopoietiche tanto che alla piastrinopenia si associano spesso leucopenia e/o anemia). L’aspirato midollare (o in caso si necessiti di diagnosi più approfondita) la biopsia osteo-midollare mostrano la presenza di un numero ridotto di megacariociti
·         Da piastrinopoiesi inefficace à le forme più frequenti sono secondarie a carenza di vitamine o di ferro. La carenza di B12 o di folati produce un quadro tipico caratterizzato da ipersegmentazione dei megacariociti midollari e dei neutrofili circolanti
·         Da alterazione dei fattori di controllo della piastrinopoiesi à si caratterizzano per l’alternanza di fasi con conta piastrinica nella norma e fasi con piastrinopenia

Piastrinopenie acquisite da aumentata distruzione o consumo periferici
·         Da autoanticorpi
o   Trombocitopenia immunologica à conosciuta anche con il nome di porpora trombocitopenica immune (PTI) o morbo di Werlhof, è distinta in forme primitive e secondarie (a malattie autoimmuni, a infezioni virali, a infezione da H. pylori, a malattie linfoproliferative e all’effetto avverso di numerosi farmaci). La forma primitiva è caratterizzata da distruzione periferica delle piastrine conseguente all’insorgenza di autoanticorpi che nella gran maggioranza dei casi sono dirette contro i complessi glicoproteici di membrana (es GP IIb/IIIa). L’incidenza è di 1-2 casi su 100000 abitanti per anno ed aumenta con l’età. È più colpito il sesso femminile. La sintomatologia clinica è molto variabile, potendo essere asintomatica in molti pazienti. Tipicamente la pisatrinopenia non si associa ad altre citopenie o a organomegalie. Nella maggioranza dei casi la conta piastrinica oscilla tra 30 e 80000/mm3, ma può subire numerose e importanti variazioni spontanee durante il decorso, dovute a infezioni, farmaci, sostanze tossiche, stati di carenza vitaminica
§  Forma acuta (o di nuovo riscontro): molto frequente in età pediatrica, ha un esordio acuto con manifestazioni purpuriche mucocutanee spesso correlate a infezioni virali esantematiche o delle alte vie respiratorie
§  Purpura fulminans: forma particolarmente grave caratterizzata da piastrinopenia gravissima, grave compromissione dello stato generale e del sensorio, inefficacia delle terapie e prognosi infausta
§  Forma cronica: più tipica dell’età adulta, ha spesso un’insorgenza insidiosa con frequenti episodi di sanguinamenti minori
·         Da alloanticorpi
o   Piastrinopenia alloimmune del neonato à è una forma non comune, ma potenzialmmente molto grave. L’eziopatogenesi è da ricercare nella presenza di anticorpi materni diretti contro antigeni piastrinici specifici (nella maggior parte dei casi, antigeni del sistema HLA) di origine paterna. Gli anticorpi superano la barriera placentare e distruggono le piastrine fetali
o   Trombocitopenia immunologica post-trasfusionale à si manifesta in seguito alla trasfusione di componenti ematici PLA1 (HPA-1a) positivi in pazienti PLA1 negativi, già sensibilizzati all’antigene in seguito a precedenti trasfusioni o a gravidanze. Per ragioni ancora non ben chiare, l’alloanticorpo generato distrugge non solamente le piastrine trasfuse, ma anche quelle native, nonostante esse siano prive dell’antigene specifico
·         Da farmaci
o   Numerosi farmaci di uso comune (es penicillina) sono responsabili di piastrinopenia su base immune. La piastrinopenia da farmaci è generalmente grave, caratterizzata da un esordio acuto a breve distanza dall’assunzione del farmaco ed è dose-dipendente. Le manifestazioni emorragiche sono solitamente mucocutanee, ma possono interessare anche il SNC e spesso si associano e febbre, brividi, arrossamento cutaneo e artralgie. La migliore dimostrazione della responsabilità del farmaco nella comparsa dell piastrinopenia è la sua sospensione, a cui segua un incremento della conta piastrinica. Nel caso in cui la piastrinopenia sia grave e accompagnata da gravi manifestazioni emorragiche, possono essere necessari un ciclo di trattamento con steroidi, una o più trasfusioni piastriniche o, in rari casi, la plasmaferesi. Un particolare tipo di piastrinopenia da farmaci è quella che si può manifestare in seguito alla somministrazione di eparina. Il meccanismo patogenetico riconosce la formazione di anticorpi specifici rivolti verso il farmaco (o meglio contro il complesso eparina-fattore piastrinico 4, una glicoproteina contenuta nei granuli piastrinici). L’immunocomplesso così formato si lega alla superficie delle piastrine attivandole mediante i recettori Fc. Si forma così un aggregato piastrinico che facilita la formazione di trombina, la rimozione delle piastrine sensibilizzate e un aumento del rischio di complicanze trombotiche. La piastrinopenia regredisce entro 5-7 giorni solo con la sospensione del farmaco, mentre il rischio trombotico persiste anche dopo la normalizzazione della conta piastrinica
·         Non immunomediate
o   Sono forme secondarie ad altre patologie (CID, amangiomi cavernosi giganti, microangiopatie trombotiche, circolazione extracorporea) e sono in gran parte espressione di un consumo piastrinico nell’ambito di fenomeni di attivazione intravascolare dell’emostasi

Piastrinopenie da alterata distribuzione della massa piastrinica
·         Da sequestro splenico à si osservano nei casi di splenomegalia, poiché 1/3 della massa piastrinicaè normalmente sequestrato a livello splenico e questa quota aumenta con l’aumento volumetrico della milza. La vita media delle piastrine non è ridotta, pertanto il meccanismo principale alla base della piastrinopenia è verosimilmente un prolungamento del tempo di transito nel distretto splenico. Spesso la piastrinopenia si associa ad anemia e leucopenia
·         Da diluizione à insorge acutamente in seguito a trasfusioni massive di plasma o sangue e a intense terapie reidratanti

·         Da ipotermia à si può verificare per attivazione e aggregazione piastriniche indotte dalla bassa temperatura 

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