Agenti alchilanti
In soluzione i farmaci
alchilanti tautomerizzano e liberano un Cl-. Con la liberazione di
un anione, i farmaci alchilanti assumono carica positiva e divengono instabili,
cercando di reagire con gruppi nucleofili (NH, SH e OH) carichi negativamente.
Nel momento in cui viene legato un gruppo nucleofilo di una base azotata, si
possono verificare modificazioni a carico del DNA come: appaiamento errato fra
basi; apertura dell’anello purinico (depurinizzazione); distaccamento
dell’intero nucleotide. Tutte queste modificazioni determinano la morte della
cellula.
I meccanismi alla base della
resistenza comprendono l’aumentata capacità di riparazione del DNA e l’aumento
di target alternativi (il GSH, glutatione, lega i composti carichi
positivamente, come i farmaci alchilanti tautomerizzati, e non permette il loro
legame con le basi). Quest’ultimo meccanismo è stato studiato per cercare di
revertire la farmaco-resistenza: farmaci come il misonidazolo sono in grado (in
vitro ma purtroppo non in vivo) di provocare una deplezione di GSH e, quindi,
di ridurre i meccanismi difensivi cellulari.
Per cercare di ridurre gli
effetti collaterali si è cercato di somministrare questi farmaci in
associazione a molecole “guida” come ad esempio alcuni ormoni (in modo da poter
ridurre le dosi). Si è cercato quindi di sperimentare l’estramustina fosfato,
una mostarda azotata legata ad estradiolo per la cura del carcinoma prostatico.
Il farmaco tuttavia presentava un legame troppo forte all’ormone, per cui, per
ottenere effetti sufficienti, bisognava somministrare dosi molto alte del
composto (quindi senza il vantaggio di minor tossicità)
Tra i vari agenti alchilanti
vanno ricordati
·
Mostarde azotate:
sono state sviluppate a partire dall’evidenza che le mostarde solforate (gas
vescicante) causassero ustioni a livello della cute, degli occhi, dei polmoni e
delle mucose e, in seguito a esposizione massiva, aplasia del midollo osseo e
del tessuto linfoide e ulcerazioni del tratto gastrointestinale (i primi
tentativi con l’applicazione topica di mostarde solforate portarono a
regressione di tumori del pene; successivamente, Goodman e Gilman studiarono
gli effetti delle mostarde azotate)
o
Melfalan à somministrato per via orale, è escreto per via fecale
e urinaria. Può essere anche somministrato intraperitonealmente (ad esempio in
caso di ascite neoplastica). Ha un forte potere cancerogenico (l’1% dei
pazienti trattati sviluppa leucemie) ma è comunque utilizzato, soprattutto per
mieloma multiplo e carcinoma ovarico (sono tumori che in ogni caso porterebbero
a morte il paziente, per cui bisogna accettare il rischio leucemico)
o
Clorambucile à somministrato per via orale, è escreto con le urine.
È spesso utilizzato nei bambini, in quanto presenta minor tossicità di altri
composti. Il suo utilizzo è rappresentato quasi esclusivamente dalla leucemia
linfocitica cronica (ma anche mielomi e linfomi)
o
Ciclofosfamide à è il farmaco più utilizzato tra le mostarde azotate.
Si tratta di un pro farmaco che deve essere attivato mediante metabolismo
epatico (può interagire con altri farmaci metabolizzati a livello epatico; è
inoltre inutile da somministrare in caso di insufficienza epatica, in quanto
non verrebbe attivato). Mediante metabolismo epatico si forma fosforamide (la
mostarda attiva) ed acroleina (se no si forma significa che il farmaco non è
stato attivato), composto tossico che può (può essere liberato anche dalla
eccessiva combustione di olio) determinare la comparsa di cistite emorragica
(condizione precancerogena). Per inattivare l’acroleina può essere utilizzato,
in co-somministrazione, il mesna
o
Ifosfamide à analogo della ciclofosfamide, è più attiva (in quanto
presenta due vie di attivazione), ma anche più tossica (in quanto presenta due
metaboliti tossici, l’acroleina e la cloro acetaldeide, composto neurotossico)
o
Glufosfamide à farmaco in studio (si studia su tumori poco
trattabili come il carcinoma del pancreas) associato a glucosio (per stimolare
l’uptake cellulare del farmaco e quindi poter ridurre le dosi)
o
Mafosfamide à farmaco ancora in fase di studio che non necessita
dell’attivazione epatica. Presenterebbe il vantaggio di non provocare la
formazione di acroleina ed inoltre potrebbe essere somministrato anche a
pazienti con insufficienza epatica (farmaco molto interessante)
·
Triazeni
o
Dacarbazina à pro farmaco che deve essere attivato a livello
microsomiale epatico. Induce nausea e vomito in oltre il 90% dei pazienti ed è
utilizzata soprattutto per il trattamento del melanoma
o
Temozolomide à simile alla decarbazina, non è metabolizzata a
livello epatico ed è somministrata per os. Per la sua buona penetrazione a
livello del SNC (prima dell’avvento della temozolomide gli unici farmaci usati
con scarsi effetti, a livello cerebrale erano le nitrosuree) è il farmaco più
utilizzato (in associazione alla radioterapia) nei pazienti con glioma maligno
e nel trattamento dell’astrocitoma. Presenta effetti collaterali
gastrointestinali ben controllati dalla terapia antiemetica
·
Nitrosuree (es
carmustina e lomustina)
o
Essendo
liposolubili si utilizzano (anche se i risultati non sono il massimo) nei brain
tumor. Provocano grave mielodepressione
·
Alchil solfonati
(es busulfano)
o
Non sono più utilizzati in quanto presentano
molti effetti collaterali e scarsi effetti farmacologici
·
Complessi di
coordinazione del platino
o
Cisplatino à scoperto in seguito all’evidenza che, ponendo
elettrodi di platino in coltura di E. coli e facendo correre una corrente, si
verificava lisi cellulare, questo farmaco è somministrato per via endovenosa,
si distribuisce molto bene ai tessuti (ma non nel SNC) e viene escreto con le
urine. Il problema maggiore che accompagna il trattamento con cisplatino è la
nefrotossicità (usato nel cancro ovarico, del testa-collo, della vescica,
dell’esofago, del polmone e del colon)
o
Carboplatino à stesso spettro d’azione del cisplatino, presenta
minor nefrotossicità ma maggior mielotossicità (può essere utilizzato nella
terapia associata al trapianto di midollo)
o
Oxaliplatino à presenta un più ampio spettro d’azione del cisplatino
ma minore nefrotossicità (usato soprattutto nel cancro del colon-retto)
Antimetaboliti
Si tratta di analoghi
sintetici di componenti cellulari normali implicati nella sintesi del DNA (danno
tossicità midollare e gastroenterica)
·
Analoghi
dell’acido folico
o
Metotrexato à agisce legandosi alla diidrofolato reduttasi ed
inibendola (in questo modo non si può convertire il diidrofolato in
tetraidrofolato), impedendo quindi la sintesi di purine (agisce in modo analogo
al trimetoprim ma con affinità anche per la diidrofolato reduttasi cellulare).
È un farmaco vecchio ma molto efficace, usato in molti tipi di neoplasie ed
anche (a dosaggi molto inferiori) nelle malattie autoimmuni
o
Alimta à nuovo farmaco, inibisce molti enzimi importanti per
la sintesi dell’acido folinico e quindi delle basi. Svolge un’importante ruolo
nella cura di vari tumori (come per esempio quello del pancreas; è uno dei
pochi farmaci attivi contro questo tumore), soprattutto del mesotelioma
pleurico (in passato non c’era alcuna cura contro questo tumore). Come effetto
collaterale provoca marcata mielosoppressione
·
Analoghi delle
purine
o
La
6-mercaptopurina (6-MP) e le 6-tioguanina (6-TG) sono pro farmaci approvati
nelle leucemie umane e agiscono da analoghi delle purine naturali ipoxantina e
guanina. La 6-MP e la 6-TG sono eccellenti substrati per l’ipoxantina guanina
fosforibosil transferasi (HGPRT), enzima in grado di attivarli (normalmente è
responsabile del recupero delle purine). La tossicità è prevalentemente
midollare ed a carico del gastroenterico (nausea, vomito e diarrea)
·
Analoghi delle
pirimidine
o
5-fluorouracile
(5-FU) è un pro farmaco che, una volta attivato, agisce inibendo l’enzima
timidi lato sintasi. In questo modo la cellula non riesce più a produrre
desossiribonucleotidi contenenti timina e la sintesi del DNA si arresta. Un pro
farmaco del 5-FU è la capecitabina, farmaco somministrato per via orale e
trasformato in 5-FU ad opera dell’enzima timidina fosforilasi. Poiché l’enzima
timidina fosforilasi è presente in grandi quantità nelle cellule tumorali
murine e meno nelle cellule murine sane, si pensava quindi che con questo
farmaco si potesse agire in modo specifico anche sulle cellule tumorali umane.
Purtroppo nell’uomo non è stata dimostrata questa evidenza (il farmaco si
continua a dare perché molto comodo da somministrare oralmente)
o
Gemcitabina è un
analogo della deossicitidina di recente introduzione utilizzato per il cancro
del pancreas (è uno dei pochi farmaci attivi contro il tumore del pancreas),
della vescica, dell’ovaio e del polmone (non a piccole cellule e non squamo
cellulare). È un pro farmaco strutturalmente simile alla citosina che, una
volta attivato, inibisce molti processi necessari per la sintesi ed il riparo
del DNA. È relativamente poco tossico (la maggior tossicità è data dalla
mielosoppressione)
Derivati delle piante
·
Alcaloidi della
vinca
o
Vinblastina,
vincristina e vinorelbina agiscono come inibitori del fuso mitotico (si legano
alla tubulina e determinano un arresto in metafase) e sono utilizzati per il
trattamento di tumori ematologici, della mammella e del polmone. Vinblastina e
vincristina presentano neurotossicità
(interagendo la tubulina presente a livello degli assoni), mentre questa
non è presente somministrando vinorelbina (analogo semisintetico dela
vinblastina con capacità di non interferire con la tubulina assonale). Tutti
questi farmaci provocano mielosoppressione e sono soggetti a resistenza in caso
di overespressione della glicoproteina P o in caso di mutazioni della tubulina
·
Taxani
o
Paclitaxel e
docetaxel sono derivati della corteccia del tasso (taxani) in grado di legare
la tubulina e promuovere l’iperstabilizzazione (promuovono, invece che inibire
come gli alcaloidi della vinca, la formazione dei microtubuli) dei microtubuli
(le cellule rimangono “congelate” in metafase). I meccanismi alla base della
resistenza comprendono anche in questo caso l’overespressione della
glicoproteina P
§ Abraxane è il primo nano farmaco tumorale contenente
nano particelle di paclitaxel legate ad albumina sierica umana. Il legame con
l’albumina facilita il passaggio del farmaco attraverso le cellule endoteliali
consentendo di ridurre le dosi somministrate (e quindi la tossicità). È
utilizzato per il tumore metastatico della mammella e per il tumore del
pancreas (in 2° linea perché molto costoso)
§ Cabazitaxel è un taxano semisintetico con scarsa
affinità per la glicoproteina P. Viene utilizzato nel trattamento del carcinoma
metastatico della prostata resistente ai taxani tradizionali (per
l’overespressione della glicoproteina P)
o
Inibitori delle topoisomerasi
§ Farmaci
inibitori della topoisomerasi I come le camptotecine (irinotecano) e farmaci inibitori della topoisomerasi II (come etoposide
e teniposide, derivati da estratti di mandragola) non consentono la corretta
replicazione del DNA e sono utilizzati nei tumori del colon-retto e nei tumori
polmonari. Provocano tossicità importante. Un farmaco interessante (ancora in
fase di studio) è il gimatecan (camptotecina), un inibitore della topoisomerasi
I in grado di attraversare la barriera ematoencefalica ed agire sui gliomi
Antibiotici
·
Antracicline
o
Daunorubicina e
idarubicina agiscono soprattutto nei tumori del sangue, doxorubina ed
epirubicina agiscono invece meglio sui tumori solidi. Sono il fiore
all’occhiello della ricerca italiana (ditta Carlo Erba) ed agiscono con tre
meccanismi principali: intercalanti del DNA, rottura del DNA tramite creazione
di ROS e rottura del DNA mediante inibizione della topoisomerasi II.
Daunorubicina e doxarubina sono limitate dal rischio cardiotossico
irreversibile (sopra i 550mg/m2), epirubicina e idarubicina
(quest’ultima è l’unica somministrabile anche per os, le altre tutte endovena)
sono invece meno cardiotossiche (ma comunque lo sono anche queste)
·
Bleomicina
o
È in grado di
provocare la rottura del DNA mediante la formazione di radicali liberi. Nel 10%
dei casi si manifesta tossicità polmonare (perché negli alveoli manca la
bleomicina idrolasi, l’enzima inattivante il farmaco) con una mortalità dell’1%
·
Altre molecole
·
Molte sostanze
estratte dal mare sono utili nella cura tumorale , tra queste yondelis, estratto da una
spugna, inibisce la trascrizione di geni fondamentali per la replicazione e di
altri geni fondamentali per la riparazione del danno (è quindi utile in quei
tumori che presentano resistenze a causa di un aumento della capacità
riparativa). È approvato per il trattamento di liposarcomi e leiomiosarcomi
Nessun commento:
Posta un commento